La Suprema Corte – chiamata ad esprimersi in merito al tema della cessione di partecipazione sociali e novazione oggettiva delle obbligazioni – , con l’ordinanza n. 9347 del 5 aprile 2023, ha statuito che 1) affinché vi sia novazione oggettiva di un’obbligazione preesistente è indispensabile che siano esplicitate, o siano per lo meno inequivocabilmente desumibili, la volontà e l’effetto di estinzione dell’obbligazione sostituita con una obbligazione nuova e incompatibile e 2) la clausola del contratto preliminare di acquisto di partecipazioni sociali che preveda il c.d. aggiustamento prezzo è legittima perché soddisfa il requisito della determinatezza.
Con ordinanza n. 10233 del 18 aprile 2023, la Corte di Cassazione ha confermato che il giudice, chiamato a pronunciarsi su un azione di nullità di una delibera assembleare di una società di capitali, decorso il termine decadenziale di cui all’art. 2379 del Codice Civile, ha il potere (e il dovere) di rilevare d’ufficio, la nullità della delibera impugnata, anche in difetto di un’espressa deduzione di parte, per vizi di nullità diversi da quelli denunciati nella domanda introduttiva del giudizio.
La clausola Incoterms “Ex Works” (EXW) – secondo cui la consegna del bene all’acquirente deve avvenire mediante la messa a disposizione del bene stesso presso la sede o i magazzini della società produttrice/venditrice – consente di affermare che il Giudice territorialmente competente in caso di lite tra le parti, sarà quello del luogo ove detta parte venditrice ha la propria sede, anche ai sensi e per gli effetti dell’art. 7, lett. B) del Regolamento (UE) 1215/2012. È questo il principio di diritto sancito dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 11346 del 2 maggio 2023.
La Corte Cassazione, con sentenza n. 12337 del 9 maggio 2023, ha chiarito che, nell’ipotesi in cui i materiali acquistati da terzi ed utilizzati dall’appaltatore nell’esecuzione delle opere appaltate presentino dei vizi, l’appaltatore medesimo potrà agire nei confronti del proprio immediato dante causa sia a titolo contrattuale sia a titolo extracontrattuale.
Con l’ordinanza n. 12353 del 9 maggio 2023, la Corte di Cassazione ha precisato che, nell’ipotesi in cui il fiduciario non restituisca le azioni al fiduciante né corrisponda al medesimo i dividendi azionari medio tempore percepiti, non potrà trovare applicazione il regime del possesso in buona fede, a nulla rilevando dunque la buona fede (o mala fede) del fiduciario. La Suprema Corte ha altresì precisato che alla domanda di pagamento dei dividendi riscossi dal fiduciario si applica il termine di prescrizione ordinario decennale, e non il termine di prescrizionale breve di 5 anni previsto in ambito societario.
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con sentenza del 4 maggio 2023 (C-300/21; C-60/22; C-487/21, ha chiarito che la mera violazione del GDPR non determina automaticamente il sorgere del diritto al risarcimento del danno in favore della parte danneggiata, dovendo ricorrere a tal fine le seguenti 3 condizioni (tra loro cumulative): 1) una violazione al GDPR; 2) un danno, effettivo o anche solo potenziale, subito dal danneggiato e 3) il nesso di causalità tra la violazione e il danno. Quanto all’importo del danno risarcibile, il GDPR richiama l’applicazione delle norme di ciascuno Stato membro.
La Corte Cassazione, con sentenza n. 12337 del 9 maggio 2023, ha chiarito che, nell’ipotesi in cui i materiali acquistati da terzi ed utilizzati dall’appaltatore nell’esecuzione delle opere appaltate presentino dei vizi, l’appaltatore medesimo potrà agire nei confronti del proprio immediato dante causa sia a titolo contrattuale sia a titolo extracontrattuale.
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